lunedì 29 ottobre 2012

i trulli del Salento

Il Furnieddru “sovrano” in località Mercurieddu




Questo monumento della civiltà contadina, è un “trullo” in pietra a secco di grandissime dimensioni che in questa parte del Salento vengono chiamati furnieddrhi. Erano utilizzati prevalentemente durante i lavori in campagna, in estate ci si dormiva perche’ dopo una giornata di lavoro “da sule a sule”(alba e tramonto) si preferiva restare in campagna visto che l’unico sistema di trasporto erano i piedi, il traino tirato dal cavallo e per qualche fortunato la bicicletta e si rimaneva anche per vigilare sulle colture che erano l’unico sostentamento della famiglia e con le quali dovevano passare anche l’ inverno; ma anche in inverno ci si rifugiava quando si veniva colti dalla pioggia durante il periodo della raccolta delle olive.
A novembre anche nel Salento comincia a frizzare l’aria, ma il sole è ancora forte e non si puo’ rinunciare ad una “tappa del giro d’italia” –come le chiama mio figlio di 6 anni. Allora ci armiamo di biciclette e ce andiamo appena fuori dal paese e ci ritroviamo immersi in stradine che si perdono nella Natura.
“Papa’ oggi andiamo all’astronave?” intendendo un furnieddrhu, uno dei piu’grandi che insiste nel territorio di Melendugno, una costruzione mastodontica completamente a secco, pietra su pietra, praticamente un esempio di ingegneria contadina.
Ci lasciamo alle spalle il cimitero non prima di aver salutato la cappella annessa di San Niceta, una cappella bizantina resto di un abbazia, sede addirittura di un università .
Sfrecciamo nella stradina che porta ad Acquarica facendoci inebriare dai profumi del mirto, dell’alloro, dell’origano, del timo, dei  rusciuli (corbezzoli, bacche rosse  nostrane) e di tutto ciò che cresce ai bordi delle stradine.
Ad un certo punto si intravede la sagoma tronco-conica di questo budino di pietra….spettacolare.
Abbiamo lasciato le biciclette e lo abbiamo esplorato dentro, ammirando i disegni che la composizione delle pietre affiancate genera, le pareti sono molto spesse, per sostenere un colosso del genere partono da una larghezza di tre  metri………..una splendida scala elicoidale esterna (senza ovviamente nessuna protezione) porta sul tetto da dove si gode una vista magnifica delle campagne salentine.

Seduti sul tetto del furnieddru abbiamo respirato un fresco vento di tramontana che ci accarezzava la faccia, mentre un nibbio ci sorvolava come per salutarci e planava tra gli ulivi. Il tempo è trascorso in fretta.
Ultima volata verso casa …contenti.
(gigi de giorgi)