Il Furnieddru “sovrano” in località Mercurieddu
Questo monumento della civiltà contadina, è un “trullo” in
pietra a secco di grandissime dimensioni che in questa parte del Salento
vengono chiamati furnieddrhi. Erano
utilizzati prevalentemente durante i lavori in campagna, in estate ci si
dormiva perche’ dopo una giornata di lavoro “da sule a sule”(alba e
tramonto) si preferiva restare in campagna visto che l’unico sistema di
trasporto erano i piedi, il traino tirato dal cavallo e per qualche fortunato
la bicicletta e si rimaneva anche per vigilare sulle colture che erano l’unico
sostentamento della famiglia e con le quali dovevano passare anche l’ inverno; ma anche in inverno ci si rifugiava
quando si veniva colti dalla pioggia durante il periodo della raccolta delle
olive.
A novembre anche nel Salento comincia a frizzare l’aria, ma
il sole è ancora forte e non si puo’ rinunciare ad una “tappa del giro
d’italia” –come le chiama mio figlio di 6 anni. Allora ci armiamo di biciclette
e ce andiamo appena fuori dal paese e ci ritroviamo immersi in stradine che si perdono
nella Natura.
“Papa’ oggi andiamo all’astronave?” intendendo un
furnieddrhu, uno dei piu’grandi che insiste nel territorio di Melendugno, una
costruzione mastodontica completamente a secco, pietra su pietra, praticamente
un esempio di ingegneria contadina.
Ci lasciamo alle spalle il cimitero non prima di aver
salutato la cappella annessa di San Niceta, una cappella bizantina resto di un
abbazia, sede addirittura di un università .
Sfrecciamo nella stradina che porta ad Acquarica facendoci
inebriare dai profumi del mirto, dell’alloro, dell’origano, del timo, dei rusciuli (corbezzoli, bacche rosse nostrane)
e di tutto ciò che cresce ai bordi delle stradine.
Ad un certo punto si intravede la sagoma tronco-conica di
questo budino di
pietra….spettacolare.
Abbiamo lasciato le biciclette e lo abbiamo esplorato dentro,
ammirando i disegni che la composizione delle pietre affiancate genera, le
pareti sono molto spesse, per sostenere un colosso del genere partono da una
larghezza di tre metri………..una splendida
scala elicoidale esterna (senza ovviamente nessuna protezione) porta sul tetto
da dove si gode una vista magnifica delle campagne salentine.
Seduti sul tetto
del furnieddru abbiamo respirato un fresco vento di tramontana che ci accarezzava
la faccia, mentre un nibbio ci sorvolava come per salutarci e planava tra gli
ulivi. Il tempo è trascorso in fretta.
Ultima volata verso casa …contenti.
(gigi de giorgi)
(gigi de giorgi)